USB al fianco delle associazioni dei contadini e dei produttori del biologico a difesa di un’alimentazione sana, libera da OGM vecchi e nuovi
Lo scorso 30 Marzo 2021, ARI Associazione Rurale Italiana, AIAB Associazione Italiana Agricoltura Biologica e USB Unione Sindacale di Base hanno presentato alla Commissione per le Petizioni del Parlamento europeo una petizione, richiamando le responsabilità del Governo italiano nel mancato rispetto delle disposizioni relative ai “nuovi” OGM.
La nostra petizione vuole porre all’attenzione del Parlamento Europeo la mancata esecuzione da parte del Governo Italiano della sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea del 25 luglio 2018, causa C-528/1. Questa riconosce gli organismi ottenuti mediante le nuove tecniche e metodi mutageni, le cosiddette “New Breeding Techniques” (NBT) note anche come tecniche di evoluzione assistita (TEA) ossia i prodotti del “genoma editing”, come OGM a tutti gli effetti e, come tali, ne prevede la regolamentazione secondo le leggi vigenti, in particolare la direttiva 2001/18/CE. Questa sentenza non è stata ancora implementata in Italia.
Il neo Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha dichiarato che le sfide che l’Italia deve “lanciare” per aumentare la propria qualità della vita è proprio l’adozione di tecniche di genome editing sulle piante (e quindi sul cibo). Sulla stessa linea, il neo-ministro all’Agricoltura, Stefano Patuanelli, ha ripetuto il vecchio argomento che una ricerca pubblica forte, proiettata in una dimensione internazionale e strutturata verso obiettivi di eccellenza è garanzia di indipendenza e sviluppo per l'Italia, specie in un momento in cui grandi temi quali il Genoma editing e le New Breeding Techniques vedono attori che hanno potenzialità di investimenti miliardari in altre aree del mondo.
Attraverso argomenti quali “ricerca e innovazione”, “sviluppo sostenibile” e “adattamento ai cambiamenti climatici”, e appellandosi al bisogno di ripresa dall’attuale crisi legata alla pandemia che ha duramente colpito anche il settore agricolo, il Governo Italiano sta, di fatto, aprendo le porte alla sperimentazione e coltivazione in campo dei nuovi OGM. Eppure l’Italia, con una sua specifica legislazione, ha scelto di essere un “paese libero da OGM”.da decenni.
La posizione tenuta fino ad ora dai Governi italiani, non solo ignora la sentenza della Corte di Giustizia Europea, ma anche la volontà della popolazione. Inoltre, essa compromette la credibilità e il valore economico di tutta la produzione agricola nazionale e di tutta la filiera agro-alimentare italiana che sul “OGM FREE” ha costruito la sua forza. Il settore più minacciato è quello del biologico, poiché l’accidentale contaminazione porterebbe ad un’immediata perdita della certificazione del prodotto e dei suoi derivati, minando così alla base un modello agricolo che sta ponendo l’Italia ai primi posti in Europa e nel mondo per superficie agricola, numero delle aziende e valore delle produzioni. Ricordiamo inoltre che uno degli obiettivi del nuovo Patto Verde (“Green Deal”) europeo è proprio l’aumento della superficie agricola coltivata biologicamente. Ma a rischio, e non solo come credibilità, è tutta la produzione agricola italiana.
Considerati questi evidenti effetti negativi irreversibili per l’Italia resta difficile credere che il Governo Italiano voglia consapevolmente scegliere di aprire ai nuovi OGMsotto la spintadelle lobby dell’agribusiness. Finché Corteva, Bayer-Monsanto, Basf e Syngentao potenti industrie sementiere nazionali siedono ai tavoli decisionali, non possiamo aspettarci che le politiche agricole vengano prese nel rispetto della biodiversità, delle produzioni biologiche, agro-ecologiche e contadine, dei diritti di produttori e consumatori.
Non dobbiamo farci ingannare dalle promesse che, per un’agricoltura più “green” e competitiva, questa deve essere basata sui nuovi OGM. Gli OGM di qualsiasi tipo non sono la strategia per uscire dalla crisi pandemica e climatica, ma una falsa promessa che nell’interesse di pochi affosserà ulteriormente l’Italia, andando a ledere la sua filiera agroalimentare aumentando la dipendenza del settore agricolo da input sempre più costosi e brevettati, come le sementi OGM. Porterà con se una contaminazione irreversibile della nostra biodiversità, con danni economici ed ambientali incalcolabili.
La nostra petizione si aggiunge a quella portata avanti in Francia sulla stessa problematica da organizzazioni di produttori agricoli. Davanti alla posizione del nostro governo, abbiamo deciso di impugnare gli strumenti democratici dell’Unione Europea e chiedere alla Commissione per le Petizioni del Parlamento di intervenire affinché l’Italia applichi quanto prima le disposizioni europee vigenti sugli OGM ai prodotti di genome editing. Noi rimarremo vigili e ci impegneremo affinché i cittadini possano continuare a poter scegliere che cibo mettere nel piatto.