San Ferdinando, USB: no alla strumentalizzazione salviniana dei morti nella baraccopoli, esigiamo l'attuazione degli accordi per l'accoglienza diffusa
Nella piana di Gioia Tauro si continua a morire bruciati, nell’indifferenza generale. È della scorsa notte la terza vittima dell’inferno di plastica e lamiera della baraccopoli di San Ferdinando. Moussa Ba, senegalese, 28 anni, è morto tra le fiamme come prima di lui Becky Moses e Jaiteh Suruwa.Ma alla lista bisogna aggiungere Soumaila Sacko, il delegato dell’Unione Sindacale di Base fucilato nello scorso giugno da Antonio Pontoriero, e Sekinè Traorè, ammazzato da un carabiniere tre anni fa.Il prefetto di Reggio Calabria annuncia ora la decisione di sgomberare rapidamente la baraccopoli per trasferire i braccianti che lo vorranno negli Sprar e nei Cas della provincia. Non prima di aver richiamato la nuova linea dura salviniana: “previe le necessarie verifiche di legge”. Traduzione: chi è in regola sarà rinchiuso in un altro recinto, meno precario, ma chi non lo è, subirà la vendetta salviniana, fatta di infernali gironi poliziesco-giudiziari.L’Unione Sindacale di Base da anni è impegnata in un duro lavoro di organizzazione e salvaguardia dei diritti e della dignità dei braccianti di San Ferdinando e negli ultimi mesi ha registrato con soddisfazione l’accoglimento - proprio ai tavoli organizzati dal prefetto di Reggio Calabria - delle sue proposte cardine, basate su accoglienza diffusa e integrazione dei lavoratori.Appena il 1° febbraio scorso denunciavamo per l’ennesima volta le condizioni sociali e sanitarie subumane della baraccopoli di San Ferdinando e di altri ghetti quali la Ciambra di Gioia Tauro. Denunciavamo soprattutto l’indifferenza con la quale si dà per acquisito che chi alimenta l’intera filiera agro-alimentare sia obbligato a sopravvivere in condizioni miserabili.L’Unione Sindacale di Base pretende ora l’immediata attuazione degli accordi raggiunti ai tavoli prefettizi, dice no a qualsiasi tentativo di prendere a pretesto la morte di Moussa Ba per usare il pugno di ferro contro i braccianti, e soprattutto dice no alle strumentalizzazioni del ministro Salvini che, eletto proprio in Calabria, della situazione calabrese si è sempre disinteressato. Salvo scaricare, come vergognosamente fatto questa mattina, la responsabilità dei morti sugli stessi braccianti.L’Unione Sindacale di Base conferma la riunione del Coordinamento dei lavoratori agricoli già indetta per lunedì 18, alla vigilia della ripresa del processo per l’assassinio di Soumaila Sacko, e presidia con i propri delegati e attivisti San Ferdinando per evitare qualsiasi colpo di mano autoritario.
Coordinamento lavoro agricolo Unione Sindacale di Base