Nella crisi agricola attuale, diamo voce a Braccianti e Contadini: USB incontra La Via Campesina Martedì 13 ore 19.00, Via Giolitti 231, Roma
Le grandi proteste in Italia ed in Europa – pur nella loro diversità – evidenziano una crisi strutturale dell’agricoltura che si trascina da decenni, come testimoniato dalla drastica riduzione delle piccole e medie aziende agricole e la conseguente riduzione del numero dei lavoratori nei campi.
l'Unione Sindacale di Base intende confrontarsi con rappresentanti della Via Campesina presenti in Italia, per rimettere al centro categorie di lavoratori che, pur essendo protagonisti assolutamente maggioritari della produzione agricola, sono totalmente ignorati: intendiamo dare voce ai contadini e ai braccianti, categorie che nel mondo producono e garantiscono cibo di qualità per la stragrande maggioranza delle popolazioni.
In questo confronto, i contadini e i braccianti cercheranno di evidenziare il loro livello di sfruttamento e di impoverimento risultato di politiche pubbliche che governi nazionali, parlamento europeo e Commissione della UE impongono al settore agricolo. Risorse pubbliche estremamente abbondanti, in particolare veicolate dalla PAC comunitaria, si concentrano su grandi aziende industrializzate a discapito delle aziende agricole di piccola e media dimensione.
Le stesse aziende che ricevono un’alta contribuzione di denari pubblici si ostinano a imporre condizioni di lavoro dei braccianti, spesso migranti, inaccettabili, con salari bassi, bassi livelli di sicurezza sul lavoro e condizioni di vita indegne.
I braccianti reclamano il rispetto del loro lavoro e salari più alti, i contadini reclamano una riforma radicale delle politiche pubbliche centrata sulla transizione agroecologica che va premiata, la fine del sostegno agli ettari, condizioni di vita dignitosa nelle campagne. L' incontro tra un sindacato, fortemente impegnato in difesa della parte più debole del mondo agricolo, e le rappresentanze del mondo contadino, impegnate in una produzione sostenibile e agroecologica, è un primo passo per un confronto nel mondo agricolo che uscendo dalle facili speculazioni di questi giorni rimetta al centro le parole d'ordine necessarie per un settore della produzione vitale per l'intera popolazione:
- il cibo un diritto e non una merce,
- i produttori di cibo sono dei lavoratori da sostenere e non delle braccia da sfruttare come macchine per generare profitti
- il controllo in ogni azienda del rispetto della regolarità dei contratti di lavoro e applicazione rigida degli obblighi della condizionalità sociale, che deve essere una delle importanti colonne del meccanismo di finanziamento pubblico delle imprese agricole garantendo così l'uso socialmente adeguato dei contributi pubblici
- il riconoscimento di un giusto prezzo di ogni produzione agricola imposto per legge e non lasciato al ricatto della Grande Distribuzione Organizzata
- lo snellimento di tutte le complicazioni burocratiche che obbligano i contadini, anche i più piccoli, a rivolgersi a commercialisti e agronomi professionisti, come se fossero delle multinazionali.
- il rifiuto degli accordi internazionali, che non impongono alle importazioni le stringenti norme che in Italia cercano di salvaguardare una produzione sostenibile
- la limitazione, se non l'eliminazione, dell'uso di pesticidi e dei vari prodotti chimici nelle produzioni agricole dannosi sia per i contadini e per i braccianti che per i consumatori.
- Il rifiuto di ogni tentativo di coltivare e sperimentare in pieno campo gli OGM, compresi quelli prodotti con le NGT per i danni che questi provocheranno in particolare all’economia agricola italiana da oltre 20 anni “GMO free” con sicure ricadute sull’occupazione sia in agricoltura che nell’industria agroalimentare.
- il recupero e l’affidamento in comodato d'uso delle migliaia di ettari di terre pubbliche incolte e abbandonate
- La tutela dei consumatori con l’obbligo di un’etichetta chiara che indichi provenienza e contenuti.