L'Italia, una Repubblica fondata sullo sfruttamento e la schiavitù.
La responsabilità morale della morte di Mahamadou e Nouhou ricade sul governo nazionale e la Regione Puglia perché da oltre 15 anni si è preferita la via del finanziamento a pioggia di progetti, attraverso la distribuzione di denaro pubblico, che hanno generato "profitto" per i gestori a discapito dei braccianti confinati nei ghetti.
Nouhou, Mahamadou, Sekine Traore e Paola Clemente sono la vera faccia di una realtà che lo Stato continua a nascondere, per interessi neanche troppo oscuri, anziché affrontare il tema degli obblighi e oneri a carico dei datori di lavoro.
Però conviene tenere i braccianti sotto ricatto, e peggio ancora facendoli passare per dei mostri al servizio di caporali che comandano lo Stato. Un messaggio che viene tristemente e verognosamente veicolato da certi mezzi di comunicazione (sic). I caporali ci sono e ci saranno probabilmente sempre, e scaricare le responsabilità della ghetizzazione abitativa e lavorativa sui braccianti, è semplicemente un atto indegno, incivile e di falsificazione da delinquenti.
La verità è che lo Stato e la filiera della Grande Distribuzione Organizzata generano "PROFITTO" attraverso lo sfruttamento dei lavoratori agricoli, spesso in condizioni da sistema schiavista.
Chiamatela come volete, però il conflitto capitale e lavoro esiste ancora, anche se in forme nuove. E la dimensione sociale, ed è il caso dei ghetti dove sono confinanti i braccianti migranti, va inquadrata anche in questa ottica.
Allora ai braccianti della filiera agricola resta l'utilizzo dello strumento sindacale per tutelarsi e far valere le ragioni della propria vita lavorativa e sociale. Quindi la sindacalizzazione rimane il nostro orizzonte in questa Repubblica comandata dai caporali.