Green Deal italiano si comincia molto male: prima le trivelle ora gli OGM.
L’Unione Sindacale di Base denuncia apertamente la politica “ambientalista” del Governo e dell’Unione Europea, ancora una volta si privilegiano multinazionali e grandi aziende, affossando la possibilità di sviluppo di una vera politica ambientalista tesa alla salvaguardia del territorio ed al rispetto della natura.
Sono mesi che ascoltiamo da parte del nostro Governo un continuo appello all’utilizzo dei soldi del Next Generation EU per favorire la transizione ecologica.
Nelle parole dei Ministri e dello stesso premier Giuseppe Conte sembra di essere ad un passo dalla svolta storica, una montagna di miliardi per calmierare gli effetti dei cambiamenti climatici, per creare nuovi posti di lavoro in imprese green e per farla finita con produzioni inquinanti.
Invece, come sempre accade quando alle parole bisogna far seguire le scelte politiche , quando quelle stesse parole vanno trasformate in norme, assistiamo all’esatto contrario.
All’interno della Legge di Bilancio 2021 sono stati introdotti nuovamente sussidi per l’industria degli idrocarburi, e non si sta facendo nulla, se non fastidiosa propaganda, sul “Blocca trivelle”.
Ma la vicenda che fa del Green deal italiano, una scatola vuota, uno strumento di spicciola propaganda a discapito delle politiche quanto mai necessarie per la sostenibilità ambientale, è la discussione sull’introduzione degli OGM nella loro versione più potabile delle NBT.
Da anni le industrie dell’agrobusiness provano ad introdurre prodotti OGM (NBT) nel mercato europeo e da anni le mobilitazioni dei contadini, dei movimenti ambientalisti, delle comunità agricole ha impedito che ciò avvenisse, ora per fare un regalo a qualche ditta sementiera si manda in frantumi il GMO free in Italia causando danni sicuri per i lavoratori dell'agroalimentare.
Nel parere rilasciato il 28 dicembre 2020 dalla Commissione agricoltura del Senato sul Decreto 211, si manifesta l’idea del Governo e delle parti più attive di esso (la componente che fa riferimento alla Ministra Bellanova in particolare), di introdurre le NBT (New Breeding Techniques), tecniche avanzate di modificazione del DNA delle specie vegetali.
Un attacco senza mezzi termini alle produzioni agricole sostenibili e un attentato alla vita dei piccoli produttori con il chiaro intento di favorire le aziende multinazionali dell’agrobusiness.
Nulla di più distante dal Green Deal inteso nella forma delle politiche pubbliche tese a garantire la sostenibilità ambientale delle tecniche agricole, a preservare il patrimonio genetico delle produzioni del nostro Paese, a salvaguardare il futuro delle piccole imprese , e soprattutto, a proteggere il nostro sistema ecologico.
Per questo l’USB aderisce all’appello delle associazioni di agricoltura biologica, delle associazioni ambientaliste e contadine in occasione della riunione della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati chiamata ad esprimersi sui 4 decreti che già hanno ottenuto parere favorevole dalla Commissione Agricoltura del Senato.