Coronavirus, USB: il decreto Cura Italia non affronta la situazione dei braccianti invisibili, servono correttivi

Nazionale -

Il decreto legge 17 marzo 2020 n°18, detto "Cura Italia", pur avendo elementi importanti sul lavoro agricolo non affronta alcune questioni critiche della filiera. USB Lavoro Agricolo ritiene che: 

 

- Il decreto "Cura Italia", pur garantendo la cassa integrazione in deroga anche per gli operai agricoli (come previsto dall’articolo 22), debba affrontare la situazione dei braccianti invisibili che vivono negli insediamenti rurali tra lamiere e tendopoli, spesso privi d'acqua per lavarsi e per bere e di cibo. È urgente e indispensabile il ripristino della distribuzione dell'acqua e di cibo a chi ne è privo;

 

- il criterio per l'accesso all'indennità di 600 euro (previsto all'articolo 30) - ovvero l'aver effettuato almeno 50 giornate di lavoro agricolo nel 2019 - debba essere esteso 

a tutto coloro che ne sono rimasti esclusi per inadempienza da parte del datore di lavoro che ha dichiarato meno giornate lavorative di quelle effettivamente svolte;

 

- le tutele debbano essere estese all'esercito di lavoratori condannati nell'invisibilità dai decreti sicurezza e dalla legge Bossi - Fini. Al riguardo, è necessario prendere provvedimenti finalizzati a regolarizzare questi invisibili impegnati a tutti i livelli nella filiera agroalimentare e non solo;

 

- Il decreto “Cura l’Italia” dovrebbe garantire la salute delle lavoratrici e dei lavoratori assicurando la disponibilità di dispositivi di protezione Individuale e l'accesso alle cure mediche, tutelando così quanti sono incaricati di produrre gli alimenti che finiscono sulle nostre tavole attraverso la Grande Distribuzione Organizzata;

 

- le tutele debbano essere estese all'insieme delle lavoratrici e dei lavoratori della terra, compresi i contadini e agricoltori che garantiscono il cibo sano in una dimensione di prossimità.

 

Roma, 20 marzo 2020

 

USB Lavoro Agricolo