Agricoltori in rivolta in mezza Europa: modello agroindustriale prima causa dello sfruttamento delle risorse e della produzione agricola media e piccola

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La Politica Agricola Comunitaria è la causa principale della crisi dei sistemi agricoli nazionali: la sovvenzione stabilita dall’Unione Europea che favorisce i grandi latifondisti, l’agroindustria e  le grandi multinazionali delle sementi e dei prodotti chimici, a discapito di una produzione di piccola scala rispettosa della biodiversità, della agricoltura contadina e del mantenimento di una produzione locale- La PAC è oggi sotto accusa anche da parte di tanti fra quei produttori, ingannati nel tempo dalle false promesse della Coldiretti e dei partiti che negli ultimi anni si sono alternati al governo e all’opposizione.

Sotto falsi provvedimenti, in favore del green deal, si è continuato con una politica tutta orientata al rafforzamento della agricoltura intensiva e degli allevamenti industriali; con un’impostazione votata agli accordi con la Grande Distribuzione Organizzata, altro sistema economico che sta danneggiando e impoverendo i piccoli produttori agricoli, i braccianti e tutta la filiera del “chilometro zero “.

L’Unione Sindacale di Base, che da anni si sta misurando con lo sfruttamento senza scrupoli nei confronti dei braccianti, italiani e migranti, individua in questo sistema agricolo basato sul profitto e sullo sfruttamento della terra e delle persone la causa principale del deterioramento della produzione agricola italiana. Verifichiamo che le proteste che si stanno realizzando in vari paesi europei, seppure animate e organizzate da settori economici diversi e a volte contrastanti, sono il sintomo di una grave crisi di produttori e contadini: questi oggi subiscono scelte economiche, fiscali e politiche che hanno peggiorato la condizione degli operatori del mondo agricolo.

Organizzazioni contadine ci riferiscono del crescente uso, da parte delle grandi aziende agricole, di contoterzisti che riproducono anche in campo agricolo l'aberrante sistema degli appalti e delle esternalizzazioni. In questo modo si sposta sui lavoratori il peso dello sfruttamento, della precarietà e della mancanza di sicurezza sul lavoro.

Questo sistema, costruito in Europa con l'appoggio di tutti i governi nazionali, permette alla PAC di arricchire i grandi proprietari di terre, senza alcuna valutazione della produzione, della qualità, del livello di sfruttamento dei braccianti.

USB ha risposto a questo sistema iniquo, organizzando i braccianti agricoli sostenendo le loro lotte per un lavoro giusto: ad esempio appoggiando a Torretta Antonacci in Puglia l'occupazione di terre pubbliche abbandonate e incolte, sostenendo la voglia di autorganizzazione dei braccianti stessi.

Non tutti sanno che in Italia ci sono 700.000 ettari di terre pubbliche incolte e abbandonate; va sicuramente costruita una politica diversa, che parte dalla sostenibilità del sistema agricolo, dalla produzione di alimenti sani, dal rispetto dei lavoratori e dei piccoli agricoltori, costretti ad auto-sfruttarsi per portare a casa uno stipendio.

Vanno assolutamente cambiate le prospettive: i Governi europei, infatti, sono ormai proiettati nel reinserimento degli OGM sotto nuova veste, per dare nuovi profitti alle grandi multinazionali e produrranno disastri nell'agricoltura europea.

L'USB si confronterà nei prossimi giorni con le organizzazioni contadine italiane ed europee per delineare una linea comune di denuncia e di lotta, per un diverso Sistema Agricolo

Contro il ritorno degli OGM, oggi NBT

Per l'adozione di un modello agroecolgico, per una giusta remunerazione dei braccianti

Per la produzione di un cibo sano

Per l'unità tra i contadini, i braccianti, i consumatori!

USB Lavoro Agricolo