A San Ferdinando l'inutile show della propaganda salviniana. USB: unica strada l'inserimento abitativo diffuso e il rispetto dei diritti salariali

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Il gran giorno dello sgombero della baraccopoli di San Ferdinando è arrivato. Presto sarà un giorno come tanti altri: non avrà prodotto soluzioni credibili né stabili, però sarà servito ad allestire il grande circo con centinaia di agenti, ruspe, vigili del fuoco, decine e decine di operatori, fotografi e giornalisti, utile soltanto per le esigenze della propaganda salviniana.


Tra qualche giorno ogni cosa sarà dimenticata, le baracche potrebbero tornare a sorgere sui resti della vecchia tendopoli o nei dintorni mentre i braccianti riprenderanno la loro battaglia quotidiana nell’indifferenza generale.


L’Unione Sindacale di Base si batte da anni insieme ai lavoratori agricoli della Piana di Gioia Tauro affinché venga intrapresa la strada dell’inserimento abitativo diffuso, con il riutilizzo del cospicuo patrimonio di case vuote e/o abbandonate. Una soluzione sulla quale era stato trovato un punto d’incontro e di trattativa con le istituzioni locali, ma che Salvini ha deciso di spazzare via a colpi di ruspa.


USB ribadisce il no a situazioni che nulla hanno di umano, a San Ferdinando come nel Foggiano, ma si oppone a operazioni che, come lo sgombero di oggi, non risolvono i problemi e li spostano semplicemente nello spazio e nel tempo.


Oggi a San Ferdinando le uniche soluzioni abitative proposte sono state qualche tenda o il trasferimento negli Sprar e nei Cas lontani decine se non centinaia di chilometri dai campi in cui lavorano i braccianti.


Oggi a San Ferdinando non è stato posto un rimedio allo sfruttamento dei lavoratori, molti dei quali non se ne vogliono andare perché attendono ancora di essere pagati per una stagione di raccolta passata a spaccarsi la schiena nelle campagne.


Oggi a San Ferdinando non c’è stata nessuna risposta alla richiesta di diritti e dignità, ma solo un’inutile esibizione muscolare.


USB non accetta la negazione dello status di lavoratori ai braccianti, costretti a subire l’ennesima scelta emergenziale, mandati in strutture d’accoglienza come se fossero profughi e non lavoratori che hanno contribuito e contribuiscono all’economia agricola del nostro paese.


USB non accetta di veder continuare a spendere soldi pubblici per “non soluzioni”.


USB ribadisce il proprio impegno per la prosecuzione sull’unica strada percorribile: l’inserimento abitativo diffuso. A tale scopo a breve torneremo a incontrare il presidente della Regione Calabria, insieme al Comitato per il riutilizzo delle case vuote nella Piana di Gioia Tauro.



Unione Sindacale di Base Coordinamento Lavoro Agricolo
Unione Sindacale di Base Federazione Calabria