San Ferdinando, USB: l'ennesimo rogo nella tendopoli non deve giustificare nuovi campi e soluzioni emergenziali

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Una tragedia nella tendopoli di San Ferdinando, l’ennesima, avrebbe potuto inaugurare il 2019. Così fortunatamente non è stato, questa volta il fuoco non ha causato né altre vittime né feriti, grazie all’intervento immediato dei Vigili del Fuoco.


È comunque la riprova che una vergogna come il ghetto di San Ferdinando deve al più presto essere superata, dando risposte strutturali alle richieste di casa e dignità di chi in quell’inferno ci vive.


Un ghetto però non si cancella sostituendo le tende ai containers o fornendo qualche servizio in più al fine di dare l'effimera illusione di migliorare le condizioni di vita di chi ci vive dentro: è il concentramento di povertà a creare comunque spazi di esclusione, di apartheid, a fornire quel terreno fertile per dinamiche di devianza e degrado che proliferano in queste situazioni.


Come Unione Sindacale di Base ci siamo opposti e ci opporremo all’idea di nuovi campi e abbiamo salutato con favore le decisioni, figlie anche delle nostre proposte, prese nel tavolo prefettizio del 12 dicembre scorso: puntare sull’inserimento abitativo diffuso, attraverso l’apertura di un Fondo di garanzia da parte della Regione per i proprietari che intendono concedere le case in affitto e l’investimento, sempre da parte della Regione, di risorse finanziarie per l’eventuale ristrutturazione di beni confiscati o del patrimonio pubblico, da destinare a uso abitativo.


Case sfitte e beni confiscati disponibili ci sono, e pure in gran quantità. Bisogna proseguire quindi sulla strada indicata da quel Tavolo, censendo al più presto beni confiscati e patrimonio pubblico disponibile da una parte, indicando gli step necessari per l’istituzione del Fondo di Garanzia per gli affitti dall’altra. Soprattutto il ricorso ai beni confiscati può rappresentare in questa situazione una risposta celere e, cosa ancora più importante, strutturale.


Come USB facciamo appello quindi a tutte le istituzioni, per le loro competenze, a procedere celermente verso questa direzione e alla Prefettura in particolare chiediamo anche di convocare al più presto un nuovo incontro del Tavolo permanente, in modo da fare un punto sullo stato di avanzamento di questo percorso. Noi, che stiamo proseguendo il nostro lavoro di alfabetizzazione sindacale tra i braccianti della Piana, ribadiamo il nostro impegno verso questa che consideriamo l’unica soluzione concreta.

Coordinamento Lavoratori Agricoli USB Reggio Calabria